Autore

Alessandro Caporiccio

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Il primo romanzo dell‟autore milanese si intitola “Nature boy” come l‟omonimo brano del compositore americano Eden Ahbez, un classico della cultura popolare jazz registrato per la prima volta nel 1947 da Nat King Cole e in seguito entrato nella memoria collettiva mondiale grazie a numerose cover eccellenti, prime fra tutte quella di David Bowie e la versione cantata dall‟attore Ewan McGregor nel film “Moulin Rouge!”. Non a caso, la musica - classica, jazz, soul/funk, reggae, rock, pop, elettronica ed etnica - è un elemento ricorrente sia nel romanzo sia nella vita dell‟autore, giornalista, oggi freelance, con una lunga esperienza di redazione in un prestigioso gruppo editoriale cui fanno capo network radiofonici, siti web e magazine musicali, e un passato come violinista. Prima di intraprendere gli studi universitari e l‟attività giornalistica, infatti, Alessandro Caporiccio si è diplomato in violino al Conservatorio sotto la guida del maestro Paolo Borciani, primo violino del leggendario Quartetto Italiano, e di Corrado Romano, illustre didatta del Conservatorio di Ginevra. Cornice di “Nature boy” è il Levante ligure, terra di poeti ed esploratori cui l‟autore, da sempre legato a quel lembo di costa, consegna inquietudini e batticuori del protagonista, Ulisse.

I libri dell’ autore

Nature boy

17.00

Ulisse, finalmente in vacanza al mare nella sua amata Liguria, è un giovane uomo di città dal piglio piuttosto sagace. Dotato di una naturale inclinazione per l’introspezione, mosso dalla curiosità, dai desideri e da un prepotente spirito d’avventura, ma ancora afflitto dal ricordo degli incubi che faceva da bambino, si trova a fare i conti con la propria capacità di discernimento quando, in seguito a un brutto incidente nella notte di Ferragosto su cui indaga la Stradale, si risveglia dal coma completamente al buio.
Sarà un nuovo sogno ricorrente ambientato in una scogliera deserta, sogno in cui Ulisse incontra un giovanotto bellissimo, misterioso e inafferrabile del quale si innamora e che in lui evoca il protagonista della sua canzone preferita di sempre, “Nature boy”, a dargli asilo dalla paura che la cecità cui è costretto non sia, come auspicano i medici e l’infermiere Mauro, temporanea.
L’oscurità amplifica ogni percezione di Ulisse. E la verosimiglianza delle sensazioni provate nei sogni, così come una serie di inspiegabili coincidenze tra essi e la veglia, lo confondono vieppiù. Cosa è successo la notte dell’incidente? Quel ragazzo esiste davvero oppure è solo il frutto dell’immaginazione? Forse, quei sogni e quell’amore impossibile non sono soltanto una via di fuga da una realtà ostile e da un futuro incerto, come suggerisce un vecchio amico di Ulisse, intercettando i suoi sospetti. Forse sono la chiave per comprendere cosa sia accaduto veramente.