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Serpia

16.00

Serpia decide di scoprire il mondo, viaggiando da sola, lasciando i propri affetti lontano da lei. Incontra Tom, un uomo enigmatico e affascinante. Nel giro di poco tempo, la loro attenzione sboccia in un amore. Passo dopo passo, Serpia si rende conto che l’amore non necessita di uno schiaffo per capire il pensiero, che non c’è bisogno di un pugno per dimostrare che le manca. Serpia vorrebbe essere accarezzata, non picchiata. Vorrebbe essere abbracciata, non strattonata. Inizialmente accetta ogni forma di sottomissione, tace e acconsente.Si renderà conto che questo non è amore, e che la verità sta nel guardare Tom con sincerità e amore proprio.

(H)ombre(s) di una donna

13.00

Pamela è nata negli anni Settanta ed è cresciuta tra problemi economici e un padre più simile a un fantasma che a un genitore. Per le strade di Roma, immersa in nuovi viaggi ed esperienze di vita dolci ed estreme, Pamela si abbandona alle droghe, al divertimento e a una serie di amori sopra le righe, finché la pandemia di Covid-19 la porterà a prendere una decisione forte e coraggiosa.

Nello stupore della consuetudine – prosimetro fra poesia e matematica –

14.00

“Sospeso fra risata e pianto, il prosimetro di Andrea Franceschetti svela la propria doppia natura di regesto riflessivo e di fulmineo produttore di motti di spirito, lapsus, calembours, vere o false etimologie e giochi di parole a bizzeffe. […] Luogo d’incontro e talora di scontro fra un’astrazione punteggiata di profondi valori umani e una corporeità tutta contemporanea, la scrittura non ha paura nemmeno di trattenere in sé tanto le impuntature liriche di una tensione poetica pascolianamente esposta quanto i principi e i dettami di una matematica che mira all’arcano dei processi conoscitivi piuttosto che all’agire in superficie del mero calcolo. […] Il risultato è un’opera di grande godibilità e leggerezza, che però s’impegna a far pensare […]”
Alberto Bertoni

La danzaterapia

16.00

Riavvicinare corpo, emozioni e spirito facendoli dialogare attraverso l’arte.

L’arte diventa il primo strumento riabilitativo all’interno di un linguaggio metaforico quale veicolo di cura.
Un momento per riaprire un dibattito sul mondo delle fragilità psichiatriche sul futuro della salute mentale.
La danzaterapia ripropone un lavoro di Giuseppina Bonaviri in ambito specilistico neuroscientifico sperimentale, che aveva a suo tempo aperto un dibattito che appare assai attuale, sintonico a promuovere la pratica dell’arte terapia e della danza movimento terapia. Non solo un’occasione di scambio e incontro tra figure professionali interessate all’uso dell’arte visiva e del movimento come mezzo preventivo e terapeutico ma per consentire anche al lettore meno esperto di assaporare il mondo straordinario e ignoto della follia.

Via da qui, dentro di me

13.00

Quanto siete disposti a perdere per ritrovarvi?
Azzurra incontrerà sé stessa e tanti altri per dedicarsi alla vita, esperienza di grande bellezza perché in fondo gli altri siamo noi e viceversa, nulla è come sembra e cambiare sguardo è l’unica possibilità per conoscere la propria anima.
La vita va vissuta scalzi e la vera cura è viverla, non pensarla. Azzurra lo ha imparato sulla sua pelle e ogni giorno si sintonizza per imparare qualcosa.. e voi siete disposti a cambiare, siete disposti a riprendervi le vostre vite e lasciarvi stupire dal divenire?

Musica ed educazione vocale per una didattica inclusiva

15.00

La visione diffusa della musica e del canto come discipline riservate al mondo dell’arte e dello spettacolo rischia di snaturare il nostro rapporto con una parte essenziale dell’espressività umana. Qui non si parla di arte, ma di riscoprire e valorizzare le importanti potenzialità espressive che abbiamo dall’esperienza di esseri parlanti e comunicativi, incominciando dall’ascolto.
La proposta è di porsi nella prospettiva di un processo che parta dal lavoro su sé stessi, confidando nel proprio corpo e nella capacità di autoapprendimento per riscoprire il “musicista” nascosto in ognuno di noi.

LA SOFFERENZA DI CHI RIMANE Elaborare il lutto

15.00

“Come potrò colmare il vuoto che sento dentro? Questa esperienza mi ha cambiato per sempre, non sono più io. Tornerò a vivere? Riderò ancora?”. Tante domande passano per la testa. L’uragano ha travolto e fatto crollare il nostro mondo, tutto è andato in frantumi e cerchiamo di recuperare i resti tra le macerie. Spazio dopo spazio, ricostruire è possibile. Parleremo del lutto fino a entrare nel cuore della sofferenza e del dolore, dedicando uno sguardo attento alle emozioni, sensazioni e pensieri.
Prenditi il tuo tempo, leggi con calma, osservati, guardati, comprenditi, senza giudicarti e sii compassionevole con te stesso/a. Stai affrontando un periodo molto complesso e delicato: è giusto darsi del tempo con gentilezza.

Educare fa bene alla salute

20.00

Essere sereni e o soddisfatti si può e si deve. Non significa vivere senza regole o eccessi, ma esistere con sobria contenutezza e intelligenza emotiva. A differenza di altri testi e di altri studiosi, Educare fa bene alla salute di Antonella Demola è un vademecum che ci spiega la “forza curativa” della scuola che forma persone pensanti, realizzate e felici. La scuola rimane la più importante agenzia educativa per l’istruzione e la formazione dei giovani in cerca di una nuova collocazione categoriale, a causa della parentesi pandemica, con tutte le conseguenze di un disagio a livello psicologico e sociale che stenta ancora a scomparire.
Questo libro è stato scritto per illustrare una possibile via di uscita dal periodo di grande insicurezza nell’orientamento culturale che stiamo vivendo, mostrando che si può essere persone vincenti anche in un mondo in palese crisi di identità. Ciò non significa ricercare il successo a tutti i costi, ma predisporre i giovani a raggiungere la maturità conoscendo se stessi e il mondo che li circonda. Oltre ad alcune sezioni divulgative e motivazionali, il testo contiene un percorso educativo di sviluppo e di conoscenza del proprio Io, a partire dal riconoscimento e dalla gestione delle proprie emozioni con un metodo che l’Autrice chiama il Metodo dell’alfabetizzazione emotiva. È innegabile che le emozioni e i sentimenti siano alla base dell’apprendimento umano e dell’equilibrio personale, motivo per cui si fa sovente riferimento a evidenze psicologiche, scientifiche e nutrizionali. Altro elemento importante affrontato nel saggio è la possibilità di orientare le nuove generazioni all’ abilità di vivere mirando alla longevità e seguendo i principi e le finalità delle varie educazioni scolastiche, a partire da una educazione alimentare   mediterranea e   salutare, giacché il fine ultimo della persona umana è sì la conoscenza della realtà attraverso lo studio delle discipline, ma anche delle varie educazioni che la scuola propone per la crescita sana e stabile della propria personalità. Quest’ultima deve essere armonica (e non disturbata), altresì orientata a recepire i valori dell’autostima, dell’empatia e della sociabilità.  Essere in armonia con il proprio corpo e la propria mente apre le porte ad una vita più appagata ed esemplare. Diventare nel tempo persone belle, buone e positive non è semplicemente una questione estetica e morale, ma significa potenzialmente migliorare la qualità della nostra esistenza in questo particolare decennio del XXI secolo.

 

Nature boy

17.00

Ulisse, finalmente in vacanza al mare nella sua amata Liguria, è un giovane uomo di città dal piglio piuttosto sagace. Dotato di una naturale inclinazione per l’introspezione, mosso dalla curiosità, dai desideri e da un prepotente spirito d’avventura, ma ancora afflitto dal ricordo degli incubi che faceva da bambino, si trova a fare i conti con la propria capacità di discernimento quando, in seguito a un brutto incidente nella notte di Ferragosto su cui indaga la Stradale, si risveglia dal coma completamente al buio.
Sarà un nuovo sogno ricorrente ambientato in una scogliera deserta, sogno in cui Ulisse incontra un giovanotto bellissimo, misterioso e inafferrabile del quale si innamora e che in lui evoca il protagonista della sua canzone preferita di sempre, “Nature boy”, a dargli asilo dalla paura che la cecità cui è costretto non sia, come auspicano i medici e l’infermiere Mauro, temporanea.
L’oscurità amplifica ogni percezione di Ulisse. E la verosimiglianza delle sensazioni provate nei sogni, così come una serie di inspiegabili coincidenze tra essi e la veglia, lo confondono vieppiù. Cosa è successo la notte dell’incidente? Quel ragazzo esiste davvero oppure è solo il frutto dell’immaginazione? Forse, quei sogni e quell’amore impossibile non sono soltanto una via di fuga da una realtà ostile e da un futuro incerto, come suggerisce un vecchio amico di Ulisse, intercettando i suoi sospetti. Forse sono la chiave per comprendere cosa sia accaduto veramente.

Ponti di sutura

19.00

Esther e Lucio hanno in apparenza solo una cosa in comune: l’infelicità. Lei è un’adolescente emarginata, sola e insicura. Lui un quarantenne divorziato, con il vizio dell’alcol e del gioco. Si incontrano dove decidono di farla finita: un vecchio ponte in una zona abbandonata della città. Quando stanno per lanciarsi nel vuoto, i due vengono salvati dalla filosofia. Zenone e Valeria li stanno tenendo d’occhio da tempo, fanno parte di due scuole di pensiero nemiche. I precetti dell’epicureismo e le idee dello stoicismo, proprio come nell’antichità, sono rivali; capitanate da due vecchi amici, divenuti antagonisti. Esther e Lucio imparano a guardare la vita con altri occhi, cambiano il loro modo di agire ma si trovano coinvolti nella faida tra le due dottrine.
Grazie ai legami che intrecciano cercheranno di guarire le ferite del passato ricordando, agli antagonisti ma anche ai lettori, che la comunicazione è uno dei primi insegnamenti per trovare la felicità.

Profumo di emozioni

16.00

L’uomo è l’unico essere sulla terra che riesce tramite dei segni convenzionali, linee, curve, punti, in silenzio, guardandoli, a far funzionare il proprio cervello ricreando immagini, profumi ed emozioni. Il profumo di emozioni mette insieme storie, sogni e ricordi, fa vibrare le corde diventate troppo rigide con i dolori e le difficoltà della vita, fa tornare alle radici, a quando si stava sulle ginocchia dei nonni, ma fa anche vedere con occhi diversi i drammi di oggi, dall’immigrazione alle diversità che diventano ricchezze.

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