Protagonista, e voce narrante, di questo breve romanzo-confessione è la giovane Zoe.
Vive ad Acquaforte, paesino di fantasia, arroccato su una montagna, con il padre.
uomo “né cattivo né buono”. In paese, dove vige la classica mentalità ristretta, la
giovane ha la fama, immeritata, di essere una poco di buono, una “puttana”.
Zoe crede che la madre sia morta, in realtà scopre che la donna, anni prima,
scappata dal marito per andare con un altro. Da allora si considera orfana. Punto di
riferimento della ragazza diventa lo zio Alfredo. Fanno da sfondo alle vicende
Acquaforte, in una zona dell’Italia indefinita ma sicuramente al di sotto del Tevere, e
alcune persone che vi abitano. Spiccano le figure tipiche dei paesini, come la vecchia
Adele, che parla con le anime dei morti, o il classico gruppo anonimo di anziani,
presenza fissa al bar, sempre pronto a sentenziare. Un giorno Zoe incontra l’amato zio
in un ripostiglio per vecchi attrezzi. Qui l’uomo la violenta. La giovane è sotto shock
più per ‘inaspettata violenza che per il dolore fisico: non può credere che sia stata
stuprata dall’uomo che tanto stimava.
Dopo il diploma, decide di trasferirsi a Milano. La vita scorre tranquilla, anche se
deve fare i conti con i primi segni di depressione, fino a quando riceve a sorpresa una
lettera: è della zia Rebecca. Nella missiva la donna racconta di aver visto lo stupro
commesso, anni prima, dal marito ai danni della nipote, ma di non aver avuto
coraggio di intervenire. Rivela anche che lo zio, da tutti ritenuto una brava persona, in
realtà fosse un essere spregevole che probabilmente abusava dei figli.
La lettera ha nell’animo della giovane un effetto dirompente e fa uscire fuori
rancore e la sofferenza covati per anni. Riaffiora perciò un pensiero: togliersi la vita.
Prima di farlo, però, inaspettatamente ricorda un pomeriggio trascorso proprio con lo
zio a parlare di Socrate. Come il filosofo si suicidò bevendo la cicuta, cosi Zoe, in un
parallelismo che la rende orgogliosa, ingoia tutte le sue amate-odiate pillole per la
depressione