Gli atleti cosmici
€12.00Due atleti, una promessa da mantenere, una gara da portare a termine, sullo sfondo la scalinata di Philadelphia resa famosa da Sylvester Stallone nel suo film Rocky.
Una storia vera che unisce due uomini legandoli indissolubilmente l’uno all’altro, un’impresa straordinaria che sfida ogni limite superandolo. Ad attenderli un traguardo fatto di sogni e speranze.
Fatica, allenamenti, coraggio cuore e polmoni, Giampiero e Nico cercano forse solo un pretesto per oltrepassare quella linea immaginaria tra sogno e realtà che gli sportivi chiamano meta ma per “Gli atleti cosmici” non è nient’altro che la vita stessa.

annalisa scialpi –
Recensione di Susanna Musetti, scrittrice.
Il romanzo di Annalisa Scialpi si apre con una folgorazione memoriale che, nel giro di poche righe, trasforma la materia autobiografica in mito. Dalla scena iniziale una giostra, un padre che promette Roma, una bambola che affonda prende corpo il trauma originario, la ferita fondativa che attraverserà l’intero racconto come un filo d’oro e di sangue. L’autrice non si limita a narrare la perdita: la trasfigura in viaggio iniziatico, in un attraversamento dell’anima che unisce la Roma reale e la Roma archetipica, la donna contemporanea e la fanciulla-imperatrice del passato.
Scialpi costruisce un testo stratificato, dove la psicologia si fonde con la metafisica e il tempo lineare implode in una circolarità visionaria. L’identità della protagonista Valeria, o forse Annalisa, o forse tutte le donne si sdoppia, si moltiplica, rinasce. Dalla vita quotidiana (un marito assente, un cane, la città grigia) si precipita in un altrove simbolico in cui memoria e reincarnazione, sogno e storia, si sovrappongono senza soluzione di continuità. Roma, la “città bianca” e sensuale, diviene qui figura della coscienza: labirinto, ventre, tempio e tomba, luogo di smarrimento e di rivelazione.
La scrittura è densa, sensoriale, ricchissima di immagini e di suoni. L’autrice modula la lingua come un tessuto: ora fluida, ora arcaizzante, ora liricamente febbrile. Le descrizioni della città “la luce tagliente”, “le acque oro-argento del Tevere”, “gli angeli scintillanti di ponte Sant’Angelo” restituiscono una Roma viva, pulsante, sacra e profana insieme, in una visione che ricorda le pagine di D’Annunzio o certe ascensioni mistiche di Marguerite Yourcenar. Ma sotto la magnificenza barocca del dettato si avverte il battito profondo del dolore, la ricerca del padre, la nostalgia dell’innocenza perduta.
L’intera opera si regge su un principio di metamorfosi: la bambina diventa donna, la donna diventa imperatrice, l’imperatrice diventa spirito. Le sezioni dedicate alla Roma antica con la figura di Valeria, discendente di Ottavia, promessa a Claudio e invasa dalla follia di Caligola non sono semplici inserti storici, ma rifrazioni interiori: allegorie dell’anima imprigionata dal potere, del femminile costretto e poi liberato attraverso la conoscenza e il sacrificio. “La tua vittoria sarà nel sacrificio”, le dice l’indovino: ed è il cuore stesso della parabola, la chiave che riunisce le due vite.
Letterariamente, La luna tra i capelli è un romanzo di forte ambizione simbolica, dove la narrazione si piega a un ritmo quasi musicale, orchestrato per ondate di visioni, sogni, dialoghi interiori. Il tempo non scorre: pulsa, si riavvolge, si specchia. Lo stile, intriso di un erotismo spirituale e di una teatralità intensa, richiede al lettore una partecipazione attiva, un abbandono al flusso poetico del linguaggio. È una scrittura femminile nel senso più alto: generativa, ctonia, capace di coniugare corpo e trascendenza.
Romanzo mistico e psicoanalitico, storico e intimista, La luna tra i capelli è un canto sulla rinascita. La bambola perduta all’inizio ritorna nel finale come figura dell’anima ritrovata; e la protagonista,
attraverso il sogno, la memoria e la parola scritta, riconquista la sua eredità: essere figlia e madre di sé stessa, dea e donna, luna e terra.
Opera complessa e luminosa, scritta con intensità quasi medianica, capace di unire eleganza e vertigine, carne e spirito, in un viaggio che è insieme letterario e iniziatico.