Poesia

I mille metri o dell’urgenza del nascere

15.00

I mille metri sono quelli percorsi dal cammino metaforico dell’autrice attraverso la propria parte più intima e in connessione con essa. La poesia è la forma eletta a linguaggio di traduzione del suo caparbio lavoro di scavo interiore per conoscere la composizione della propria essenza, con l’osservazione anatomica dei suoi moti in un continuo respiro tra dentro e fuori, tra discesa e salita, tra morte e urgenza di rinascita. Chi si aprirà all’ascolto del modo in cui questa raccolta poetica risuona al proprio animo, comprenderà quanto la ricerca delle parole, con la loro forza evocativa, sia stata parte integrante del viaggio. E forse avrà voglia di trovarsi un giorno con le scarpe rotte e le mani sporche di terra e di inchiostro, e tra le dita germogli da offrire alla luce del sole.

Rinascere Insieme

15.00

“È strano: quando scrivo respiro. Ho quasi la sensazione di rinascita.
Peccato però, che io non possa riscrivere il passato. Posso solo raccontare per accettare e accettare per sopportare.”
Una donna che precipita nel buio. Una madre che perde la speranza su
di un asfalto che puzza di dolore. Una famiglia scomposta che riesce a
ristabilire gli ordini attraverso la forza del loro sapersi stringere e amare.
Ma soprattutto il dolore di una madre che, travolta dalla paura, precipita nel vortice di ricordi anneriti e di sogni da ritrovare.
La storia dolorosa di un incidente che tutto smorza e cambia, ma soprattutto la storia di una rinascita che ha il profumo della vita, una vita tutta ancora da vivere.

Così brutti e poetici

16.00

“Così brutti e poetici” una raccolta di poesie con poesie raccolte da una storia vera. Un romanzo in versi e immagini monocromatiche in cui l’autore affida la narrazione alla poesia corroborata dalle sue fotografie.

Un’opera forte, irriverente, a tratti violenta come è violento un amore convulso, interrotto, ricucito e poi perduto. Notti ubriache e concitate, in giro per le città dormienti, viaggi alla ricerca di risposte, attanagliati da innumerevoli domande, sproloqui e nuovi incontri, tutto è inutile, nessun pensiero o parola sovrasta quei momenti unici trascorsi insieme in un semplice bacio.

“Esseri brutti”, imperfetti, estremamente fragili, come tazzine di porcellana che si rompono alla prima crepa. Ma allo stesso tempo siamo anime dall’anatomia estremamente complessa, contorta, illuminati

da una magia alchemica e immersi in una matrice stuporistica fatta di miliardi di galassie apparentemente vuote e prive di senso. Ogni poesia racconta una storia puntiforme, come ogni fotografia tra queste pagine, ma letto dall’inizio alla fine si trasforma in un unico, straziante racconto. Questo libro vuole indagare l’uomo e l’universo e lo fa tramite l’esperienza dell’Amore che secondo l’autore è la cosa più vicina al concetto di Dio.

Penelope e il cuore

15.00

l’amore da cogliere

“Penelope ci insegna saggezza, costanza, perseveranza; in questo tempo veloce e virtuale, ci mostra il dono del saper aspettare attivamente. Lei è arguta, non dipende da nessuno e sopratutto ama in maniera sana se stessa. Ci vorrebbe una Penelope per ogni donna recisa dal giardino della vita, ci vorrebbe un Ulisse a difesa degli uomini retti e amorevoli che ancora, per fortuna, esistono”.

RESONARE FEBRIS Poesie, fuochi di parole e giochi d’artificio

16.00

Carica dirompente, ironica lucidità, parole che scombinate si combinano pur di colorare il senso di un vissuto, di un visto e fatto, talvolta sfatto dal dubbio ironico e a tratti impertinente. Con spasmodica ricerca il poeta vaga tra mille parole, inciampando tra le domande in posa, adornate d’assonanze e dissonanze. Senza mille aspettative, ma con urgenza, Erasmo svela l’interiorità di un mondo che imbelletta di forma e ritmo.
Attraverso consapevoli giochi di parole, riesce a fornire una visione simultaneamente multipla e unitaria della vita e delle sue contraddizioni, con sentir-rigetto, per usare le parole dello stesso poeta che non ama, però, esser definito poeta.

Lettere d’amore ad una sconosciuta

16.00

 

Toccando ogni forma d’amore, le sue poesie riescono in maniera forte, sentita e pungente, ad arrivare al cuore di chi legge: È l’amore in tutte le sue forme che muove il mondo.

La sua poesia non è ricercata, pensata, costruita… ma una poesia diretta,

una poesia che tutti e tutte, possono dedicare al loro amore vissuto, sperato, finito… o mettere in una bottiglia, gettarla in mare per qualsiasi sconosciuto o sconosciuta dall’altra parte del mondo.

Terapia del dolore

15.00

Il dolore di una relazione tossica non è un urlo, ma un sussurro continuo, logorante, che ti accompagna anche nel sonno. È un giardino che sembrava fiorito, ma in cui ogni fiore è finto, dipinto con colori rubati alla tua vita. E quando finalmente ti stacchi non ne esci illesa. Ti porti via pezzi di te che non torneranno più, ma anche in quella rovina, se guardi bene, c’è una promessa: che il tuo cuore, seppur ferito, può ancora ricordare come si batte per sé stesso e nessun altro. Questo è quello che è successo a Veronica. Non si vive una relazione tossica, ma si sopravvive a essa e oggi, purtroppo, sono molte le donne che subiscono violenza fisica e psicologica da parte del proprio partner. La società patriarcale in cui malauguratamente ancora viviamo sostiene la cultura del possesso, la donna diviene oggetto e non merita rispetto, da nessun punto di vista. Riconoscere un rapporto disfunzionale non è semplice, soprattutto quando ci si è così tanto dentro, proprio come è successo a Veronica. La voce che emerge in questa silloge è la voce di tutte le donne che si sono illuse e hanno idealizzato l’amore in maniera errata. Raccontare una relazione tossica significa anche compiere un atto di giustizia interiore, è riappropriarsi della propria voce, del proprio corpo, della propria dignità. È ricordarsi che il rispetto non è un premio, ma un diritto. Che l’amore non basta, se non è gentile e soprattutto, è sapere che, anche se a brandelli, si può rinascere.

Corpi al buio

15.00

notturni pensieri

Un bugiardino di relazioni ed emozioni complesse.

Questa poesia, in modo naturale, permette di ri-conoscersi senza censure ed edulcorazioni.

Permette di rendersi liberi. Permette, se permettete il gioco di parole, di darsi permessi.

La poesia dell’autore dona la possibilità di rispecchiarsi nelle emozioni più temute: quelle sperimentate nell’incontro con se stessi.

Riflesso nei pensieri

16.00

tra poesie d’amore e fotografie

Tradurre le sfumature dell’anima in parole, interpretare i sentimenti e le emozioni, viverle per poterle rendere vive attraverso uno strumento, il mio strumento per eccellenza: la poesia.
Dopo la prematura scomparsa di mia moglie e la perdita di mio padre pochi anni prima, la mia anima, come una barca in balia delle onde, si lascia navigare cavalcando il mare del cuore, le sue increspature e le onde travolgenti. Da qui l’esigenza di racchiudere le espressioni del mio essere in una raccolta di poesie, il cui leitmotiv è l’inno alla vita in tutte le sue sfaccettature. L’esigenza di esistere, di trasmettere e di dire ciò che alberga nell’anima. Un’ urgenza alla quale è impossibile sottrarmi, seguendo il filone della mia ispirazione, che è quella della continua eviscerazione dell’amore in tutte le sue forme e complessità.
In fine, le immagini accostate alle poesie, come un catalizzatore, fissano le parole nel profondo permettendo alle parole stesse di essere interiorizzate, metabolizzate ed infine essere tradotte in un brivido che corre lungo la schiena, o in una dolce lacrima che accarezza il volto; in un sorriso che taglia il viso in due o in un’aspra delusione per parole che fanno rabbia.

A volte le lumache d’inverno

16.00

In un momento cruciale della sua esistenza, una donna si ritrova a fare i conti con parole mai dette e azioni mai compiute. Un incontro insolito in giorni silenziosi d’inverno, dà inizio a un percorso introspettivo fatto di ricordi, riflessioni, che sfociano in racconti nel racconto, che la guidano verso una rivelazione profonda e inattesa. In prosa e poesia, il libro si sviluppa come una spirale ascendente, dove i piani del tempo si intrecciano e si fondono, uniti da una sottile inquietudine che si trasforma, pagina dopo pagina, in una delicata sublimazione poetica delle emozioni.

La punta dell’asparago

20.00

La punta dell’asparago è una raccolta in chiave umoristica e satirica di versi in lingua italiana: epigrammi, limerick, greguerie, proverbi, motti e calembours suddivisa in dodici capitoli, che spaziano tra tematiche (irriverenti e burlesche) sulla commedia umana: politica, amore, amicizia, società, religione, sesso, sport, storia, letteratura e morte in una ridda paradossale di provocanti maldicenze, sonori sberleffi, drammatiche confidenze e tragicomiche surreali. Lo scopo dell’opera è quindi quello di puro, giocoso intrattenimento, e si rivolge a uomini e donne indistintamente.

DRÌO-PO

18.00

Poesie in dialetto polesano con traduzione dell’autrice

<… Si tratta di una raccolta antologica, una summa delle cose migliori e più espressive di Giovanna, e vorrei aggiungere per parte mia che si tratta soprattutto di uno dei libri più interessanti e più umani apparsi sulla scena della poesia nazionale… Drìo-Po rappresenta – e testimonia con sorprendente vivezza – un’intera esistenza umana che via via si integra e si completa di esperienze, soprattutto di palpitanti emozioni, affidandosi alla buona sorte e all’ambita speranza, rifuggendo dal quotidiano più deteriore, senza mai lasciarsi coinvolgere dalle angosce, nemmeno quando le insidie e i tiri mancini tendono i loro biechi agguati nel bel mezzo della festa…>

dall’introduzione di Attilio Carminati

Voci dal sottosuolo

15.00

Certi pensieri arrivano senza chiedere il permesso, specialmente quelli scomodi. Si scavano ostinatamente una strada per arrivare fino a noi. Attraversano le nostre cellule, scorrono nel nostro sangue. Ogni tentativo di sfuggirgli sarà vano, anche quando faremo finta di non udire il loro bisbiglio, quando dubiteremo di loro.

Se saremo fortunati, alla fine ci troveranno.

Io le chiamo “voci dal sottosuolo”. Scuotono la nostra coscienza interiore, liberandola dal torpore della rassegnazione: quella che ci fa credere che il corso degli eventi sia già segnato, che ci fa guardare il mondo con gli occhi della paura.